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Giulia Costantino: l’Abruzzo che si avvicina all’Europa

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Giulia Costantino europrogettazione Abruzzo

Giulia Costantino, di origini abruzzesi e formatasi prima a Teramo e poi a Bruxelles, ha fondato una società di “europrogettazione” con la quale si occupa di intercettare fondi europei per progetti di sviluppo economico, sociale o ambientale, in linea con gli obiettivi UE.

Di origini abruzzesi, la Dottoressa Giulia Costantino si è laureata presso l’Università di Teramo alla facoltà di giurisprudenza, nel 1991. Ha proseguito la sua formazione alla Boston University International Business di Bruxelles, dove ha vissuto per circa dieci anni e ha avuto modo di conoscere e approfondire le dinamiche e le politiche comunitarie partecipando ad uno stage presso la Commissione Europea. La sua esperienza si è consolidata nel tempo, insegnando project management all’Università di Bologna. Oggi, è un europrogettista con più di trent’anni di esperienza, nonché ricercatore presso la Federico II di Napoli e da qualche anno anche valutatore della Commissione europea.

Ha iniziato la sua carriera giovanissima e le difficoltà non sono state poche, alcune legate proprio alla sua giovane età. <<Mi truccavo, mi vestivo con abiti formali, mi sistemavo i capelli in modo da sembrare più grande per paura di non essere presa troppo sul serio – racconta la ricercatrice, che aggiunge – questo, però, mi ha insegnato a non fermarmi alle apparenze. Bisogna imparare ad ascoltare! Ma si deve ammettere che il mondo ti giudica anche per come appari e la prima impressione – soprattutto in certi lavori – conta tanto; gli inglesi dicono: “ you never have a second change to make the first impression“>>.

Nel 1995, la Costantino ha fondato la IDPeuropa, una società che si occupa di progettazione europea e di formare nuovi esperti in materia. La sede legale è a Pescara, mentre una sede secondaria si trova a Bruxelles. I suoi clienti provengono da diverse parti del mondo e sono seguiti e ascoltati con l’appropriato supporto fin dall’inizio del loro percorso.

L’ europrogettazione, infatti, è qualcosa di molto più articolato rispetto ad una mera richiesta di finanziamento. I fondi che sono stanziati dall’Unione europea hanno lo scopo ben preciso di realizzare gli obiettivi a medio-lungo termine che la stessa UE si prefigge e che sono ampiamente discussi anche all’interno delle politiche comunitarie: la garanzia della pace, del benessere sociale, dell’inclusione sociale, della sostenibilità ambientale.

I progetti europei identificano un sistema complesso caratterizzato dalla transnazionalità, poiché mette in relazione partner di vari Paesi, i quali devono coordinarsi e collaborare. L’europrogettazione si compone di diverse fasi, ma la prima è la più impegnativa e la più importante, perché consiste nell’individuazione dell’idea progettuale.

 <<Un bravo europrogettista deve essere in grado di saper valutare e selezionare le idee in linea con i programmi proposti dalla Commissione europea; bisogna studiare a fondo ogni sfaccettatura del programma e poi identificare le idee progettuali più coerenti, selezionandole a monte>> commenta Giulia Costantino.

Una volta individuate le idee più interessanti, esse vengono presentate direttamente alla Commissione Europea, rispondendo alla “call for proposals” – invito a presentare proposte – entro una scadenza stabilita, in gergo tecnico deadline. Tutte le proposte saranno giudicate da esperti valutatori, i quali accetteranno le più consone al programma. In caso di esito positivo da parte della Commissione, inizierà l’effettiva fase di realizzazione e gestione del progetto.

L’IDPeuropa ha un rate di successo altissimo: otto proposte su dieci vengono approvate. Purtroppo per ciò che concerne il territorio abruzzese, il concetto di europrogettazione è ancora lontano: le aziende locali sono legate a tradizionali schemi d’impresa, volti ad ottenere risultati nell’immediato anziché a potenzialità future.

Tuttavia la speranza è riposta nei giovani, i quali, grazie al progresso tecnologico e i tanti traguardi raggiunti dall’Unione Europea, hanno la possibilità di crescere e di sentirsi davvero parte della Comunità e cittadini europei. E contro il pessimismo e gli scettici la Costantino risponde: <<non abbiate paura, siate curiosi! Le opportunità sono ovunque, bisogna solo sapersi muovere con l’onda, con il momento>>. 

Attualità

Via libera ai test sui chip di Elon Musk impiantati nel cervello

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Neuralink, start-up fondata dal patron tra le altre cose di Tesla e Space X Elon Musk, ha ricevuto il via libera alle sperimentazioni sugli esseri umani dei chip da impiantare nel cervello, per trattare patologie o condizioni neuronali molto gravi.

L’invenzione che, nelle intenzioni del suo artefice, dovrebbe far tornare a camminare chi è affetto da paralisi, muove i primi passi. Con qualche ritardo sul cronoprogramma previsto, Neuralink, start-up fondata da Elon Musk, ha ottenuto il permesso di cominciare le sperimentazioni sugli esseri umani dei chip impiantati nel cervello dalla Fda, Food and drugs administration, l’Ente statunitense che regola la salute pubblica.

I chip impiantati nel cervello, dovrebbero un giorno fornire un grosso aiuto a chi è affetto da gravi condizioni neuronali. Tra le possibili applicazioni immaginate, quelle di permettere di camminare alle persone paralizzate, di tornare a vedere alle persone ipovedenti, oppure di permettere a persone invalide di comunicare con i dispositivi digitali per mezzo di impulsi digitali inviati tramite Blutooth.

Ovviamente, l’invenzione si trova ancora agli lavori. La fase di test e sperimentazione non è ancora cominciata, ma le prime notizie che hanno cominciato a circolare hanno suscitato attenzione e curiosità.

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Ita Airways passa a Lufthansa con un giallo: trattiva conclusa, ma manca ancora la firma

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Ieri il ministro dell’Economia e delle Finanze e l’ad di Lufthansa hanno chiuso la trattiva per l’acquisizione di Ita Airways. L’accordo ufficiale però, sebbene annunciato non è ancora stato concluso, alimentando qualche dubbio tra gli analisti.

L’accordo ufficiale ancora manca, alimentando qualche interrogativo, ma la fumata bianca è arrivata, sancita da un comunicato stampa: Lufthansa investirà 830 milioni di euro per prendersi Ita Airways. La trattativa prevede un iniziale partecipazione della compagnia tedesca al 41%, con opzione d’acquisto fino al 100% delle quote societarie nel 2027.

Il Mef rimarrà inizialmente azionista di maggioranza con il 59% delle azioni di Ita e dovrà completare il pagamento dell’ultima tranche dell’aumento di capitale da 250 milioni. Eppure il comando della compagnia passerà in mano tedesca: Joerg Eberhart, capo delle Strategie di Lufthansa, sarà il nuovo amministratore delegato a guidare un nuovo Cda. Tale tipo di accordo rappresenta un unicum.

L’affare è fatto dunque, ma non concluso. Ieri è avvenuto un incontro tra il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti e l’ad di Lufthansa Carsten Spohr, sceso a Roma per chiudere la trattiva. Mancano ancora alcuni dettagli e il via libera all’operazione da parte della Corte dei Conti e della Direzione Generale per la Concorrenza nell’Unione Europea.

L’opzione di acquisto del pacchetto completo della compagnia, non sarebbe vincolante: secondo diversi analisti, Lufthansa rileverà tutte le quote solo nel caso in cui Ita andrà in utile. Viceversa, temono alcuni esperti, potrebbero andarsene. Gratis.

Il piano proposto dalla compagnia tedesca prevede di portare l’attuale fatturato da 2,5 miliardi a 4,1 nel 2027 e di aumentare la flotta dagli attuali 71 a 94 apparecchi. Tra gli obiettivi, anche quello di rilanciare il marchio Alitalia, acquistato anch’esso durante la trattiva. Qualora Ita Airways dovesse passare in utile, tornerebbe ad esporre l’antico nome della “compagnia” di bandiera. Come fare? Spohr sembra avere le idde chiare: «Ita Airways è stata completamente ristrutturata e configurata per essere una compagnia aerea competitiva da un punto di vista dei costi e non ha nessuna relazione e problematiche legate alla vecchia Alitalia».

Non tutti sono entusiasti dell’acquisizione di Ita Airways da parte di Lufthansa. C’è infatti chi crede che l’accordo sia stato stretto al ribasso e che la compagnia sia stata svendita, senza oltretutto adeguate tutele per il futuro. Se l’ex presidente Alfredo Altavilla aveva stimato in 1,3 miliardi di euro il valore della compagnia, Lufthansa ha chiuso l’accordo per quasi la metà. L’accordo è strutturato in tre fasi: nella prima, il pagamento di 325 milioni di euro per il 41% delle quote; la seconda prevede un assegno da 325 milioni, nel 2026-2027, per un ulteriore 49%, più un centinaio di milioni di «premio» al raggiungimento degli obiettivi fissati dal piano; nella terza e ultima tappa tappa, nel 2028, i tedeschi dovranno versare al ministero circa 80 milioni per il restante 10% e acquisire così il completo controllo della compagnia.

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La Commissione Europea sta sviluppando un gemello digitale della Terra

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Destination Earth, il gemello digitale della Terra che la commissione Europea sta sviluppando, quando entrerà in funzione, servirà per monitorare il cambiamento climatico in atto e prevedere gli effetti dell’uomo e delle sue politiche.

Un modello digitale della Terra, con il quale monitorare i fenomeni naturali e realizzre previsioni sui cambiamenti futuri, tramite simulazioni virtuali. Destination Earth è il progetto della Commissione Europea che prevede di realizzare un gemello della Terra digitale, da osservare e da utilizzare per esperimenti e previsioni.

Il progetto europeo si inserisce in un duplice obiettivo inseguito dalla Commissione: la transizione digitale e il green deal. Nella pagina dedicata, viene descritto come un «modello digitale altamente accurato della terra su scala globale» che «monitorerà, simulerà e prevederà l’interazione tra fenomeni naturali e attività umane».

In realtà non si tratta al momento di un solo modello quello in via di sviluppo, ma di diversi. Nei piani c’è quello di arrivare nel 2030 ad una perfetta replica digitale del globo terracqueo. Prima alcune tappe intermedie. Innanzitutto lo sviluppo dei primi due modelli, nel 2024: uno per il monitoraggio degli eventi climatici, ed uno per la fase dei testing, nel quale simulare virtualmente gli effetti delle politiche attive e degli interventi umani.

Nel 2027 dovrebbero essere pronti altri modelli, dedicati ad ecosistemi ed ambienti specifici, a partire da quello rivolto agli oceani. Nel 2030 infine, il gemello digitale della terra che la Commissione Europea sta sviluppando dovrebbe vedere la luce.

Il progetto è sviluppato da Ecmwf, il centro europeo di previsioni meteorologiche nel breve periodo, e da Esa, l’agenzia spaziale europea.

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