Un nuovo colpo di scena per la Pernigotti, la storica azienda dolciaria attualmente controllata dal gruppo turco Toksoz, ma ferma da mesi: la Lynstone, società del colosso americano Jp Morgan, ha formulato una proposta d’acquisito, con tanto di contratto preliminare già firmato.
Il famoso gianduiotto con la confezione dorata, potrebbe tingersi a stelle e strisce. La Lynstone, società di proprietà del colosso amaricano Jp Morgan, ha manifestato interesse per l’acquisto di Pernigotti, la celebra azienda dolciaria, attualmente di proprietà di Pasenting Holding, controllata dal gruppo turco Toksoz. Sul tavolo, perfino un accordo preliminare.
All’apparenza una buona notizia per tutti i dipendenti degli stabilimenti con sede a Novi Ligure, che sognano una ripresa delle attività entro il periodo natalizio e il rilancio dell’azienda. Eppure, le ombre e la confusione che in questi mesi hanno avvolto Pernigotti, non vengono dissipate. Il problema rimane sempre lo stesso: l’incertezza dell’attuale proprietà.
Ciò che temono lavoratori e sindacati è che, dopo varie vicissitudini e dopo aver aperto la porta a potenziali partner e investitori, il gruppo che attualmente controlla il marchio Pernigotti possa cambiare idea e decidere di non cedere le quote. In base all’accordo preliminare consegnato a maggio al Mise, questa cessione dovrebbe compiersi entro i primi di agosto e il passaggio di proprietà dovrebbe completarsi tutto a settembre. Eppure, al momento regna ancora tanta incertezza, al punto che i il tavolo di lavoro convocato per il rinnovo della cassa integrazione ai dipendenti è slittato al 2 agosto.
In seguito all’ultimo passaggio di mano del marchio Pernigotti, nel 2018, l’attuale gruppo ha manifestato la volontà di trasferire tutta la produzione in Turchia. Poi, dopo una serie di passaggi e la cessione di alcuni rami aziendali, la proprietà ha presentato un piano di ristrutturazione aziendale, che però non è mai stato realizzato.
Nella primavera scorsa, la manifestazione di interesse di Jp Morgan al marchio Pernigotti, che in Italia, e nel settore, ha già investito per l’acquisizione di Walcor. Adesso si attende una risposta dalla holding che controlla la celebre “fabbrica di cioccolato”. Se accetterà di cedere le quote, o se invece sceglierà di tenerle, al momento non è dato saperlo.