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Dopo Eni le altre? L’azienda pagherà il gas in rubli e le compagnie energetiche si trovano al bivio

Se la Finlandia ha dichiarato che non pagherà il gas in rubli, Germania e Francia hanno già seguito l’italico esempio.

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Eni pagherà le fornitura di gas in rubli

Eni ha dichiarato ufficialmente di aver dato il via all’apertura dei conti correnti “K” con Gazprombank in doppia valuta, euro e rubli, per poter pagare le forniture di gas russo. «Scelta condivisa con istituzioni italiane» dichiara l’azienda. «Viola le sanzioni» risponde la Commissione Europea. E le altre compagnie energetiche che faranno?

Nella giornata del 17 maggio il gruppo de “il Cane a sei zampe” ha aspettato l’ultimo momento utile per poter rispettare i contratti con Gazprom, che presumono la prassi del «take or pay», in base alla quale se Eni non compra il gas, comunque dovrà pagarne una certa quantità minima. Nella nota ufficiale emanata da Eni si legge che date le imminenti scadenze di pagamento, ha avviato in via cautelativa le procedure di apertura presso Gazprom Bank di due conti correnti denominati K, uno in euro e uno in rubli, indicati da Gazprom Export su disposizioni del Governo della Federazione Russa, per il pagamento delle forniture di gas. Eni, tuttavia, ha già da tempo rifiutato tali modifiche unilaterali, quindi ha precisato come l’apertura dei conti avverrà con criterio temporaneo e senza danno alcuno dei diritti della società. «In assenza di future risposte complete, esaustive e contrattualmente fondate da parte di Gazprom Export, avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento e alla corretta allocazione di costi e rischi. In ogni caso, Eni ribadisce fermamente che rispetterà qualsiasi eventuale futuro provvedimento normativo che dovesse intervenire a sanzionare il trading del gas o le attuali controparti».

«Decisione condivisa con le istituzioni italiane»

«La decisione, condivisa con le istituzioni italiane è stata presa nel rispetto dell’attuale quadro sanzionatorio internazionale e nel contesto di un confronto in corso con Gazprom Export per confermare espressamente l’allocazione a carico di Gazprom Export stessa di ogni eventuale costo o rischio connesso alla diversa modalità esecutiva dei pagamenti».

«Da un lato, a oggi, Gazprom Export e le autorità federali russe competenti hanno confermato che:

  1. la fatturazione (effettivamente giunta ad Eni nei giorni scorsi nella valuta contrattualmente corretta) e il relativo versamento da parte di Eni continueranno a essere eseguiti in euro, così come contrattualmente previsto;
  2. che le attività operative di conversione della valuta da euro a rubli saranno svolte da un apposito clearing agent operativo presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa;
  3. nel caso di ritardi o impossibilità tecniche nel completare la conversione nei tempi previsti non ci saranno impatti sulle forniture.

Dall’altro lato, l’esecuzione dei pagamenti con queste modalità non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni (peraltro Eni, in linea con le indicazioni della Commissione Europea, ha già chiarito da tempo a Gazprom Export che l’adempimento degli obblighi contrattuali si intende completato con il trasferimento in euro, e rinnoverà il chiarimento all’atto di apertura dei conti K). Se la nuova procedura appare quindi neutrale in termini di costi e rischi, non incompatibile con il quadro sanzionatorio in vigore e con adempimento che avviene al momento del trasferimento degli euro, un mancato pagamento esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export imposte alla stessa dalla propria autorità, sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle in caso di interruzione delle forniture».

Commissione Europea: decisione Eni viola le sanzioni

Secondo Bruxelles, e precisamente per Eric Mamer, il portavoce della Commissione europea la questione è molto semplice, ovvero tutto ciò che non sarebbe nelle linee guida per il pagamento del gas russo non è autorizzato. Aprire un conto in rubli presso Gazprombank «va al di là di quello che abbiamo detto che è consentito dal quadro» sanzionatorio, ha ribadito. Tuttavia far rispettare le sanzioni contro la Russia decise collettivamente dal Consiglio Ue all’unanimità, «spetta agli Stati membri», ricorda Mamer. «E se gli Stati membri non lo fanno, allora, come abbiamo già detto, si applica il quadro generale delle procedure di infrazione, che può essere messo in atto dalla Commissione Europea».

La mattina del 19 maggio il vice primo ministro russo, Alexander Novak, citato da Interfax, ha affermato che dopo Eni, circa 54 aziende grandi, medie e piccole, indicativamente la metà dei clienti di Gazprom ha aperto conti con Gazprombank per effettuare pagamenti per le forniture di gas secondo la nuova modalità voluta dalla Russia, quindi in rubli. Novak ha aggiunto che presto saranno disponibili i dati ufficiali che dimostreranno chi ha pagato in rubli e chi si è rifiutato di farlo.

Le aziende energetiche europee al bivio

Oltre alla nostra Eni altre compagnie in questi giorni hanno preso una posizione circa il pagamento del gas in rubli. La finlandese Gasum ha dichiarato che non pagherà la Russia in rubli e non utilizzerà il sistema di pagamento proposto da Gazprom.  Nella sua nota Gasum afferma che il contratto con Gazprom sarà portato davanti a un arbitrato internazionale. Ciò comporterebbe chiaramente un incremento del rischio di interruzione delle forniture di gas naturale dalla Russia. Tuttavia il management di Gasum ha affermato di essersi preparata a questa situazione con i suoi clienti e il governo.

La Reuters scrive che la società elettrica francese Engie ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con Gazprom sulle modalità di pagamento del gas russo. Ciò che salta all’attenzione è però l’assenza di particolari riguardo l’apertura di un conto in Gazprombank.

Uniper, il più grande importatore tedesco di gas russo, ha dichiarato di star trasferendo euro su un conto presso Gazprombank per conformarsi al meccanismo di pagamento.

Nei prossimi giorni sono attese ulteriori dichiarazioni da parte delle compagnie energetiche internazionali riguardo i pagamenti in rubli del gas. La sensazione che si percepisce è l’enorme confusione nel processo decisionale delle parti in causa, caratterizzato da due elementi in contrapposizione: da una parte la volontà e la necessità di rispettare i vincoli sanzionatori dell’UE nei confronti della Federazione russa e dall’altra la fatale esigenza di fornire energia alle famiglie e alle industrie produttive europee per evitare una crisi nel prossimo autunno-inverno dagli esiti tutt’altro che scontati.

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Manovra 2024, Meloni: «abbiamo concentrato le risorse sulle priorità»

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giorgia meloni presenta manovra di bilancio 2024

A Palazzo Chigi è in corso la conferenza stampa di presentazione della Manovra di Bilancio 2024. La premier Giorgia Meloni, già intervenuta. difende le scelte in materia di Sanità e buste paga.

«Abbiamo varato la manovra 2024, il Cdm lo ha Fatto a tempo di record: poco più di un’ora a dimostrazione dell’unità di vedute del Cdm della maggioranza che sostiene il governo». E’ riuscita a non ridere parlando dell’unità della maggioranza, la presidente Meloni che oggi ha partecipato alla conferenza stampa, tutt’ora in corso, di presentazione della Manovra di Bilancio del 2024.

«Poco meno di 24 miliardi, frutto di 16 miliardi di extragettito e per il resto di tagli di spese. E’ una manovra che considero molto seria, molto realistica che non disperde risorse ma le concentra su grandi priorità continuando a seguire la visione che il governo ha messo dall’inizio del suo mandato, nonostante il quadro complesso» ha spiegato Giorgia Meloni, che ha messo l’accento in particolare su due fattori: Sanità e buste paga dei lavoratori.

In merito al primo punto ha affermato: «è una bugia che il fondo sanitario nazionale sia stato ridotto. Sul 2024 sarà di 136 miliardi di euro, il livello assoluto più alto raggiunto. Per fare un esempio nel 2019 il fondo sanitario nazionale era arrivato a 115 miliardi di euro. Fra il 2020 e il 2022 con il Covid è oscillato fra i 122 e i 127 miliardi di euro, compreso il costo delle vaccinazioni. Se poi il Pil è cresciuto ovviamente il rapporto in Pil è cambiato. Ma i fondi sono molti più di prima». Ha anche annunciato uno stanziamento da 3 miliardi «interamente finalizzato alla riduzione delle liste di attesa».

Sul secondo punto, la presidente ha affermato che è stato sono stati applicati il taglio del cuneo di 6 punti per chi ha fino 35mila e 7 per fino a 25mila» ed un «aumento in busta paga che mediamente corrisponde circa 100 euro al mese per una platea circa 14 milioni di cittadini», nell’ottica di raggiungere le priorità «che avevamo annunciato: difendere potere acquisto ovvero più soldi in busta paga per i redditi medio bassi».

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Slitta al 2024 il concorso per diplomati per le assunzioni in Inps

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inps sede centrale roma concorso assunzioni per diplomati

I posti in Inps previsti dal concorso sono 585, lo stipendio prevede fino a 20 mila euro annui e basta essere diplomati per candidarsi: prove, modalità, e domande.

Il concorso per l’assunzione di 585 lavoratori appartenenti alla categoria B, CCNL Enti Centrali dei diplomati, si terrà nel 2024, come ha reso noto Inps. La laurea dunque non sarà una condizione necessaria, ma fornirà un punteggio aggiuntivo. Qualunque diploma viene considerato valido e non c’è distinzione tra licei o istituti tecnici. Queste assunzioni si inseriscono Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2022-2024 Inps, che prevedono 13mila assunzioni entro il 2024 per numerosi profili professionali.

La prova o le prove

Il bando relativo al concorso non è ancora uscito, ma si ipotizza che verrà mantenuta la formula delle diverse prove, magari scritta e orale, al posto di quella unica prevista invece dalla riforma dei concorsi pubblici in vigore dal luglio scorso. A seconda del numero di candidati potrebbe essere effettuata anche una preselezione, magari tramite un quiz a risposta multipla.

Non ci sono dettagli relativamente alla natura dei contenuti delle prove, ma per certo i candidati dovranno, sempre secondo la riforma, prepararsi su lingua inglese e competenze informatiche.

Domande

Le persone interessate a candidarsi al concorso Inps per diplomati dovranno registrarsi sulla piattaforma della Pubblica Amministrazione InPA e presentare qui le domande. Per farlo dovranno essere munite di Spid, o di CIE o CNS. E’ già possibile iscriversi sulla piattaforma.

Le prove, o la prova qualora venisse percorsa la strada della prova unica, si svolgeranno su un supporto informatico, un tablet, messo a disposizione per ogni candidato. Le selezioni non si svolgeranno soltanto a Roma, ma si terranno anche in altre sedi Inps.

Graduatorie e stipendio

Il 20% dei posti successivi all’ultimo assegnato, entrerà a far parte di una graduatoria di scorrimento valida per due anni. In caso di rinuncia da parte di qualche candidato, o di dimissioni entro i sei mesi dall’assunzione, la graduatoria scorrerà.

 La retribuzione tabellare annua per il personale INPS di area B è invece stabilita dal nuovo CCNL Funzioni Centrali 2019 2021. Il documento, per gli enti pubblici non economici (come l’Inps), prevede i seguenti stipendi tabellari annui: 19.951,14 euro per chi lavora in fascia B1, 21.217,62 euro per chi lavora in fascia B2 e 22.530,57 euro per chi lavora in fascia B3. Agli importi si deve aggiungere la tredicesima e tutte le eventuali indennità spettanti.

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Rupert Murdoch ha lasciato la presidenza di Fox e News Corp

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rupert murdoch dimissioni

Il suo incarico sarà assunto dal figlio Lachlan. Il Tycoon 92enne però non sembra intenzionato ad andare in pensione e a ritirarsi a vita privata.

Uno dei principali protagonisti dell’informazione statunitense, ma non solo, fa un passo di lato: Rupert Murdoch, miliardario australiano di 92 anni, ha comunicato che a partire dal prossimo novembre, lascerà la presidenza di Fox e News Corp nelle mani del figlio Lachlan. Rimarrà comunque nelle due società, nelle vesti di presidente emerito.

Il Wall Street Journal ha riportato una nota che l’imprenditore avrebbe inviato ai propri collaboratori: «Per la mia intera vita professionale sono stato impegnato ogni giorno con le news e le idee e questo non cambierà. Ma questo è il momento giusto per me per assumere ruoli diversi». Sembrerebbe dunque che il novantaduenne non abbia intenzione di smettere, ma di dedicarsi a nuovi business. «Le nostre aziende sono in salute. Le nostre opportunità superano le nostre sfide commerciali. Abbiamo tutti i motivi per essere ottimisti per i prossimi anni» avrebbe detto ancora il dimissionario Murdoch allo staff di Fox e News Corp.

Rupert Murdoch è stato uno dei principali protagonisti della “rivoluzione industriale” dei media americani, partendo da un piccolo giornale locale in Australia una settantina di anni fa e puntando prima e meglio di altri sullo strumento televisivo e sul ruolo dell’opinione, al fianco dell’informazione. I due colossi del giornalismo hanno sedi negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. Il gruppo comunque detiene giornali, emittenti e case editrici in tutto il mondo. Tra i marchi di proprietà, il padre dei giornali statunitensi, e non solo, il Wall Street Journal. Altri sono l’agenzia Dow Jones, la tv Fox News, l’editore Harpercollins ed i giornali Times pf London e Sun.

Il processo di “alleggerimento” è cominciato qualche anno fa quando Murdoch ha ceduto a Disney la casa di produzione cimenatografica 21st Century Fox, che detiene l’emittente satellitare Sky.

Da sempre considerato uomo di destra, negli anni ha caldeggiato le candidature del partito Repubblicano ed ha influenzato pesantemente l’opinione dell’elettorato statunitense. L’attivismo politioco lo ha portato anche a risarcimenti milionari, come i 787 milioni di dollari ceduti all’azienda Dominion Voting System per diffamazione. Fox News aveva diffuso notizie false sulla società.

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