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La Bce alza ancora i tassi d’interesse: +0,25%, decimo rialzo consecutivo. «Inflazione troppo alta»

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bce alza ancora tassi di interesse decimo rialzo consecutivo

Francoforte suggerisce, ma non garantisce, che potrebbe trattarsi dell’ultimo rialzo: «livelli sufficienti a garantire che l’inflazione resti sotto controllo».

Ancora un aumento dei tassi d’interesse deciso dalla Banca Centrale Europea. +0,25%, un quarto di punto percentuale che, in base alle dichiarazioni che giungono da Francoforte, dovrebbe essere sufficiente a tenere sotto controllo l’inflazione e che quindi potrebbe rappresentare l’ultimo rialzo dei tassi d’interesse, dopo i dieci consecutivi decisi dalla Bce.

Il tasso sui rifinanziamenti principali arriva dunque al 4,50%, mentre quello sui depositi al 4%, e quello sui prestiti marginali al 4,75%. Si tratta del decimo rialzo consecutivo dei tassi d’interesse a partire dal luglio dello scorso anno, quando la Bce ha intrapreso le prime misure per combattere l’impennata dell’inflazione nell’Eurozona.

Nel comunicato diramato al termine della riunione del board di oggi, giovedì 14 settembre, la Bce afferma: «L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine, per questo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse».

Poi però, la comunicazione che fa ben sperare per il futuro: «Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario».

Attualità

Rupert Murdoch ha lasciato la presidenza di Fox e News Corp

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rupert murdoch dimissioni

Il suo incarico sarà assunto dal figlio Lachlan. Il Tycoon 92enne però non sembra intenzionato ad andare in pensione e a ritirarsi a vita privata.

Uno dei principali protagonisti dell’informazione statunitense, ma non solo, fa un passo di lato: Rupert Murdoch, miliardario australiano di 92 anni, ha comunicato che a partire dal prossimo novembre, lascerà la presidenza di Fox e News Corp nelle mani del figlio Lachlan. Rimarrà comunque nelle due società, nelle vesti di presidente emerito.

Il Wall Street Journal ha riportato una nota che l’imprenditore avrebbe inviato ai propri collaboratori: «Per la mia intera vita professionale sono stato impegnato ogni giorno con le news e le idee e questo non cambierà. Ma questo è il momento giusto per me per assumere ruoli diversi». Sembrerebbe dunque che il novantaduenne non abbia intenzione di smettere, ma di dedicarsi a nuovi business. «Le nostre aziende sono in salute. Le nostre opportunità superano le nostre sfide commerciali. Abbiamo tutti i motivi per essere ottimisti per i prossimi anni» avrebbe detto ancora il dimissionario Murdoch allo staff di Fox e News Corp.

Rupert Murdoch è stato uno dei principali protagonisti della “rivoluzione industriale” dei media americani, partendo da un piccolo giornale locale in Australia una settantina di anni fa e puntando prima e meglio di altri sullo strumento televisivo e sul ruolo dell’opinione, al fianco dell’informazione. I due colossi del giornalismo hanno sedi negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Australia. Il gruppo comunque detiene giornali, emittenti e case editrici in tutto il mondo. Tra i marchi di proprietà, il padre dei giornali statunitensi, e non solo, il Wall Street Journal. Altri sono l’agenzia Dow Jones, la tv Fox News, l’editore Harpercollins ed i giornali Times pf London e Sun.

Il processo di “alleggerimento” è cominciato qualche anno fa quando Murdoch ha ceduto a Disney la casa di produzione cimenatografica 21st Century Fox, che detiene l’emittente satellitare Sky.

Da sempre considerato uomo di destra, negli anni ha caldeggiato le candidature del partito Repubblicano ed ha influenzato pesantemente l’opinione dell’elettorato statunitense. L’attivismo politioco lo ha portato anche a risarcimenti milionari, come i 787 milioni di dollari ceduti all’azienda Dominion Voting System per diffamazione. Fox News aveva diffuso notizie false sulla società.

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Fico chiude per 4 mesi e cambia nome, Farinetti: «non mi è venuto benissimo»

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fico chiude e cambia nome in grand tour italia

Il parco di Bologna dedicato al cibo made in Italy chiude per una vasta operazione di restyling: cambierà anche il nome.

Non sarà più Fico ma Grand Tour d’Italia, il parco dedicato alle prelibatezze della cucina italica, aperto a Bologna da Oscar Farinetti. Abbastanza esplicativo il commento dell’imprenditore: ««Il 31 dicembre fermeremo Fico e lo riapriremo ad aprile. A me piace ma forse va rivisto, le critiche vanno raccolte e cambieremo nome e format».

Intervistato ad “Uno, Nessuno e Centomilan” su Radio24, Farinetti ha promesso che il nuovo parco sarà «più bello e più grande» ed ha ammesso che «fra le cose che non mi sono venute propriamente bene Fico è una di queste». Non che si sia trattato di un’idea sbagliata, ma semplicemente poco capita: «Forse mi sono spiegato male, quindi va rivisto. Quindi cambierà anche il nome, si chiamerà Grand Tour Italia e rappresenterà il viaggio nell’Italia e nelle regioni».

Il quesito che ci si pone al momento è se il nuovo parco, oltre a nuovi spazi ed un nome nuovo, avrà anche miglior fortuna. Lo scorso anno il bilancio ha segnato un passivo di 6 milioni, mentre i debiti ammonterebbero a 18 milioni. Solo l’aumento di capitale sostenuto dai soci, Farinetti e Coop Alleanza, ha evitato il crack.

«Giustamente sono arrivate delle critiche e le critiche dagli imprenditori vanno raccolte. L’imprenditore giusto se perde soldi li mette suoi, come ho sempre fatto io. Poi però deve cambiare, deve prendere atto e fare delle cose» ha chiosato Farinetti.

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Diversificare le proprie attività per sviluppare un gruppo in maniera organica: intervista a Fejsal Iseini

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intervista a fejsal iseini

Fejsal Iseini, giovane imprenditore, ceo e fondatore dell’omonimo gruppo attivo in elettronica, marketing ed editoria, ci racconta in questa intervista l’idea alla base della propria attività e qual è il collante alla base di tre iniziative imprenditoriali apparentemente scollegate tra di loro.

Iseini Group è una realtà che seppur giovane (ha superato da poco i dieci anni di attività) ha già saputo radicarsi nei campi dell’elettronica, del marketing e dell’editoria. Il suo giovane fondatore, Fejsal Iseini, in questa intervista ci ha spiegato come mai ha deciso di cimentarsi in questi settori.

L’imprenditore ci ha raccontato la voglia di accrescere le proprie competenze e la fame di crescita sono stati i fattori che l’hanno spinto a intraprendere un percorso su cui in pochi avrebbero scommesso, ma che l’ha portato a raggiungere obiettivi importanti anche in campi nei quali non sapeva nemmeno che avrebbe giocato.

L’intraprendenza della gioventù, la determinazione mai mancata in questi anni e lo sguardo ben piantato verso il futuro, hanno permesso al gruppo di crescere in maniera organica e ad ogni ramo dell’azienda di differenziarsi nel proprio settore di competenza.

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